PINK FLOYD : Oltre il Muro - 22-09-01 - Daniele Prece  daprec@tin.it

 

 

La più avanzata tecnologia musicale, il più strabiliante ed incredibile fenomeno dell'era rock: Pink Floyd. La loro musica, è stata definita come "un dipinto che lascia spazio ad una libera interpretazione, che si proietta in spazi immensi, fra immagini e suoni sconosciuti, conducendo l'ascoltatore in un'atmosfera surreale che penetra e stordisce".

Come geniali alchimisti, agguerriti tecnocrati, provetti manipolatori di melodie aliene provenienti dai più remoti spazi del subconscio, i Pink Floyd sono rimasti per oltre vent'anni ai vertici di uno sperimentalismo asettico che non ha mai dato credito a discorsi musicali semplicistici e commerciali, rimanendo sempre immersi in quel groviglio di suoni e suggestioni che da sempre ne ha delineato il carattere e la forma espressiva.

Una carriera la loro pari solo all'apoteosi riservata a nomi leggendari quali Beatles e Rolling Stones dai quali però, per volontà umana o capriccio divino, si sono sempre discostati in virtù di una preparazione tecnica superiore e il malcelato amore per racconti ai confini della realtà, scevri da umane emozioni.

Oggi con l'avvento del CD l'approccio musicale dei Pink Floyd acquista ben altro spessore, restituendoci in tutta la loro prorompente bellezza alcune gemme del diadema sonoro la cui luce si perde nell' immensità delle galassie.

E tutto questo grazie a Roger Keith (Syd) Barrett, cioè colui che è stato l' autentico padre fondatore della band, un vero talento: una tara questa che ne minerà anzitempo fisico e intelletto, portandolo sull'orlo della più disperata follia.

E' Syd il grande Floyd, la mente eccelsa dalla quale prenderanno forma i primi affascinanti suoni psichedelici prodotti dalla sua chitarra, in una Londra totalmente Out, in pieno fermento per l'imminente rivoluzione sessantottina che di lì a poco avrebbe mutato in modo radicale la moda e il costume dei giovani.

Siamo nel 1967: la musica dei Pink Floyd nasce come un misto di rhytm'n'blues più forte e più pazzo rivisitato in forma di suite e caratterizzato da lunghe improvvisazioni strumentali e arditissimi cambi di tempo, all'insegna della più totale anarchia musicale.

Il loro primo album, "The Piper At The Gates Of Dawn", fu un debutto alla grande, un impatto violento che scosse le menti di una gioventù alla disperata ricerca di nuove terre di conquista. Brani epici quali "Astronomy Domine" e "Interstellar Overdrive" puntavano verso le mete più lontane, in spazi mai percorsi da altri, un viaggio in bilico tra passato e futuro, sogno e realtà, in un riciclo di immagini e suoni a disegnare quadri cosmici purissimi.

Ma sarà proprio qui che cominceranno i problemi mentali di Syd, che lo porteranno in breve alla sua sostituzione in favore di David Gilmour, il 2 Marzo 1968.

Ancora oggi i Pink Floyd rimpiangono la sua assenza, la sua preziosa ed imprevedibile energia.

La band quindi, orfana del suo leader carismatico, si troverà a dover affrontare una lunga stasi creativa, acquistando di nuovo fiducia e credibilità verso l'esigentissimo pubblico londinese solo all'indomani della pubblicazione di un nuovo album, "A Saucerful Of Secrets", che nonostante la compianta assenza di Barrett, si rivelerà un altro capolavoro, forse migliore del precedente.

Ma e' il 1969 l'anno in cui i Pink Floyd svilupperanno al massimo la loro filosofia psichedelica, dando vita ad un'opera di sconfinato valore tecnico e creativo: Ummagumma, un doppio album che reinterpreta e rilancia le schegge metafisiche di una storia da brividi in cui realtà, sogno e allucinazione si sovrappongono in continuazione. Non più il pubblico rock ma le cuffie stereofoniche di un solitario fumatore di marijuana. Qui la sperimentazione raggiunge punte davvero parossistiche, prova ne sono i monologhi del tastierista Richard Wright in Sysyphus, o le allucinate asimmetrie percussionistiche del drummer Nick Mason nella sua Grand Vizier's Garden Party.

I Pink Floyd, va detto, sono stati tra i pochi -forse i soli- a riuscire in un equilibrata via di mezzo, rimanendo legati ai ritmi rock e tuttavia rivolti all'esplorazione degli orizzonti sonori. In questo senso Ummagumma è un varo manifesto, un punto in cui si incontrano i Floyds di ieri e quelli di domani, pur conservando un' armonia e una continuità quasi assolute rispetto al resto della produzione e facendo di quest'album un'autentica pietra miliare della storia del rock.

Da qui in poi, sotto la guida carismatica di Roger Waters, la musica dei Pink Floyd inizierà una vera evoluzione musicale a carattere più propriamente rock, allontanandosi progressivamente dagli stilemi dettati dal genio-Barrett riguardo un sound tipicamente Off ed avviandosi così a diventare quell'istituzione sulla scena rock che di lì a poco sopravanzerà di molto tutti gli altri gruppi.

La stampa non li ha mai amati molto, per il semplice motivo che essi, a differenza di molte altre pop-stars, non si sono mai serviti dei mass-media per mostrare il culo al pubblico, aumentando la loro popolarità con espedienti egomaniaci da quattro soldi, e la stampa che di tali espedienti vive, non li ha mai perdonati.

E' dal vivo che i Pink Floyd mostrano la loro vera identità e ragione di essere, grazie ad uno show fantasmagorico e onnipotente che si concretizza attraverso mille giochi di luce e colori, raggi laser, suggestivi filmati animati e in più -spettacolo nello spettacolo- il mitico suono quadrifonico da essi stessi inventato nel periodo psichedelico, a creare il magico "effetto presenza".

Il 1973 segnerà un’altra svolta nella storia della band, con la pubblicazione di un album che riscuoterà un immenso consenso di critica e pubblico, un masterpiece insomma.

Il titolo sarà "The Dark Side Of The Moon" e grazie a questo disco i Pink Floyd venderanno milioni di copie, restando per oltre quindici anni nelle classifiche americane di Billboard.

Ed e' qui che il bassista Roger Waters, autore di tutti i testi dell'album, inizierà un personalissimo discorso a carattere etico e sociale che in precedenza non aveva mai interessato il discorso testuale della band, con acute e pessimistiche riflessioni filosofiche riguardo l'angoscia del vivere, i drammi esistenziali, lo sconforto interiore, il tutto trattato con toni molto ermetici e desolanti.

Sara' intanto sempre vivo nella band il ricordo dell'ormai lontano amico Barrett e la pubblicazione nel 1975 dell' album "Wish You Were Here" (vorrei averti qui) a lui dedicato, ne e' la prova lampante. Waters, ancora autore delle liriche, segnerà una delle pagine più belle del testo-rock, quando immerso nell'alienazione del presente, ricorda le follie del passato, facendo riflettere su ciò che il rock è diventato, ciò che fu un tempo, ciò che sarebbe potuto essere...In fondo, sebbene ad un livello più ragionevole, Waters ha subito gli stessi shock emozionali di Barrett, reagendo però in maniera meno fragile alla visione della realtà, al di là dei sogni dello stato di veglia.

I temi dell'alienazione, della solitudine, dell'angoscia metropolitana saranno predominanti in "Animals", ispirato ad un romanzo di Orwell in cui l'uomo assume le fisionomie animalesche di cani, pecore e porci.

Quest'angoscia e tristezza aumentano proprio quando lo show dei Floyds è assurto più che mai a simbolo del fasto della dimensione spettacolare e che si compie malgrado le coscienze dei singoli musicisti.

Da tutte queste angoscianti riflessioni, Waters partorirà nel 1979 "The Wall", una mastodontica opera rock, allegoria della società contemporanea che avrà come soggetto un individuo solo ed emarginato, vittima della civiltà industriale, costretto ad erigere intorno a sè un simbolico muro di isolamento e protezione contro un Sistema che gli ha imposto un'esistenza illusoria e deprimente, che gli ha negato ogni buon proposito per un vita felice, relegandolo in un limbo di agghiacciante solitudine in cui potrà solo preservarsi da ulteriori traumi psicologici.

Quest'album segnerà anche la fine della creatività floydiana, in quanto tutte le pubblicazioni future non saranno altro che un (poco) fedele specchio del loro glorioso passato.

Per concludere, se quello che si va dicendo sull'evoluzione del rock e' vero e cioè che è stato condotto sempre più verso l'inaridimento poetico-musicale, resta da vedere se questo è il destino di quella musica (iniziata proprio con i Floyd) che si è avviata con l' avvento del Punk ad una totale involuzione di idee in favore di cose tanto insignificanti quanto redditizie (Disco, Rap, New Wave e merdaccia varia) dove lo scopo al contrario e' quello di far ballare, scaricare, incanalare le energie verso sbocchi previsti e programmati. Ci si vorrebbe sbagliare, ma il quindicenne che oggi si scatena al ritmo di Britney Spears, capisce il rock tanto poco quanto le mamme che venti anni fa si disperavano nel vedere i propri figli riempire le sale dove si esibivano Deep Purple e Yes. Ma siamo senz’altro troppo poveri per rimpiangere il passato: se con i Pink Floyd il rock si e' avviato a diventare un monumento ciò è potuto avvenire solo perchè noi non abbiamo saputo farne una spada.